Fotografia PoP: riflessioni di un gitante della domenica
24.08.2015 09:11Questo straordinario articolo segna la nascita ufficiale del forografatore POP e non vuole in alcun modo essere polemico o essere "contro" qualcuno o qualcosa. Esso, fu la risposta alle inquietudini nate in occasione di una amena gita estiva.
Da qualche tempo, leggendo alcuni articoli che parlano di cultura fotografica notavo, non senza preoccupazione, il mio calo di interesse per l'argomento: soggettività o oggettività, fotografia e arte, cartoline oppure fotografia concettuale, mi piace o non mi piace, citazioni sparse dei grandi Maestri...
Il senso di inadeguatezza e un profondo sentore di ignoranza non mi permettono, pur leggendole, di intervenire in questo genere di discussioni.
Così mi sono chiesto: come per la musica e per l'arte moderna, esiste una forma di fotografia che potrebbe essere definita POP, ovvero popolare? Non ignorante, badate bene, ma popolare. Cioè che parta dal basso a prescindere dalla cultura, dalla tecnica e dal nozionismo. Che possa, in sostanza, essere "letta" da chiunque qualunque sia la sua preparazione.
Conscio dei miei mezzi assai limitati, non riuscivo a darmi una risposta. Almeno fieno a ieri.
Ieri infatti noi s'è fatta una bella gita a Verona. Si è pagato i biglietti e si è entrati a respirare la cultura, l'arte e la storia. Perché giustamente le opere d'arte non stanno nelle vie dello shopping.
Naturalmente mi sono portato la reflex con un paio di ottiche (corte) e ho scattato secondo ispirazione. Qualche foto ricordo alla famiglia, un po' di street, i giapponesi che si contorcono per fare i giochi prospettici con un arco romano, la giovane mamma tedesca che arranca sui gradoni dell'Arena trascinandosi due poco collaborativi bambini mentre il marito la riprende da dietro armato fino ai denti di attrezzatura... Poi, improvvisamente, mi accorgo che un ragazzo mi inquadra e scatta nascosto dietro a un bianchino. "Orpo -mi son detto- ma che ci trova quello di interessante? Io non farei mai di me un soggetto da street". Ci ho pensato, mentre camminavo, e ho fatto una scoperta straordinaria: c'è una discreta probabilità che gli altri vedano la realtà con occhi diversi dai miei, che abbiano gusti e interessi non solo diversi ma addirittura complementari ai miei.
"Baggianate per filosofi da quattro soldi" mi son risposto.
Cammina cammina, siamo arrivati al terribile scoglio: il famigerato balcone di Giulietta.
"Papà per favore mi fai una bella foto al balcone?"
La domanda non mi ha colto impreparato, ma mentre scattavo mi son chiesto: è possibile vedere un Mantegna, un Tiziano e poi fotografare il balcone di Giulietta con sopra una sconosciuta che si dimena a favore dei suoi amici sottostanti che la riprendono con gli smart? Senza sensi di colpa?
Così sono tornato sui miei passi subito desideroso di riscatto fotografico. C'era una coppia di stranieri, in mezzo alla calca indicibile, che si faceva un selfie scambiandosi un bacio davanti al muro pieno di cuoricini graffitati. Istintivamente ho inquadrato, sfocato e scattato. Poi ho pensato di essere un fotografatore assai mediocre se non trovo di meglio che scattare foto a soggetti scontati e per nulla originali.
Un'ispirazione! mi sono girato e ho visto mia moglie in mezzo alla folla. Ho pensato di essere un uomo fortunato perché da quasi vent'anni sono innamorato di lei e grazie al cielo non ho bisogno di scriverlo su un muro: è già scritto nelle nostre vite (anche perché scriverlo sul muro di Giulietta mi avrebbe reso ricattabile dai figli adolescenti). E d'improvviso sono stato contento di aver scattato quella foto rubata: l'amore, l'attrazione, la speranza di felicità, le aspettative inespresse come tutte le coppie. Ci sono un po' anch'io dentro quella fotografia, come se fosse un selfie attraverso il tempo! Quello che mi sembrava un trito luogo comune, improvvisamente e inaspettatamente mi ha coinvolto. Un motivo sufficiente per non cestinare lo scatto. Scatto non ricercato, non pensato. Quasi vergognoso. Eppure dotato di una sua dignità. Fotografia POP: per chi non ci deve campare, per chi ci trova un modo di espressione, di evasione o di piacere.
Ecco, sarei curioso di sapere se oltre i monitor e i display ci sono altri fotografatori POP, indipendentemente dal tipo di sensore, dalla marca e dal flusso di lavoro che usano. O se sono solo (magari anche giustamente) come il Voyager 2.